Quando l’anima di un quartiere genera benessere.
Che c’entra la professione di Psicologa con la Garbatella?
Ve lo spiego in questo articolo.
Roma è enorme. Se non ci sei nato e cresciuto risulta mastodontica.
Questa immensità da un lato genera un senso di libertà per le infinite possibilità che offre, la varietà degli incontri, delle scoperte che inevitabilmente ti porterà a fare.
Dall’altro, può generare smarrimento, senso di solitudine, la sensazione di incarnare la famosa “Maria pe’ Roma”, di essere cioè un ago nel pagliaio.
Come sempre, al fine di arginare e superare i sentimenti negativi o il senso di malessere, ci può venire in salvo la rete sociale, ovvero i rapporti umani che riusciamo a tessere e coltivare e che saranno un punto di riferimento in un ambiente tanto vasto come la città.
In questo articolo voglio parlarvi di una marcia in più che ha una città come Roma: la grande personalità e identità di alcuni quartieri.
Prima però vorrei proporvi una breve metafora: immaginiamoci al centro di una circonferenza, generalmente il nostro benessere psicofisico parte da noi stessi e si propaga al di fuori, perciò maggiore sarà il nostro senso di benessere, maggiore sarà il raggio d’azione della circonferenza intorno a noi, che andrà a toccare le varie sfere della nostra vita, ossia il lavoro, la vita privata, la vita sociale ecc.
Se la mia identità è salda, se non ho conflitti interiori, se non sto vivendo un periodo complicato, la percezione sarà quasi sicuramente di benessere e sarò proiettato/a all’esterno, a quello che mi circonda.
Ecco. Veniamo quindi al parallelismo con la vita di quartiere in una grande città.
Voglio soffermarmi sulla Garbatella, storico quartiere romano, ex borgata nata il 18 febbraio 1920, caratterizzata dai “lotti”, storiche costruzioni basse che fanno di questo quartiere della zona sud-ovest della capitale il suo maggiore punto di originalità.
Garbatella è il mio quartiere d’adozione, ma la sua forza sta nel farmici sentire a casa.
È qui che vivo ed è qui che svolgo la professione di psicologa.
Ed è sempre qui che organizzo e conduco i laboratori di teatro per non professionisti al Piccolo Teatro Garbatella.
Vivere e lavorare in un quartiere come questo ti permette di respirare la personalità, l’identità e la storia del territorio.
Spesso la città, specialmente se ci si allontana dal centro, è piena di quelli che io chiamo i “quartieri dormitorio”, ovvero zone residenziali di nuova costruzione, magari anche belle e ben curate, dove però le persone si ritirano solo a fine giornata lavorativa, e che quindi non hanno un’anima ben caratterizzata.
La forza e il fascino di Garbatella stanno nell’essere l’esatto opposto: si tratta di un quartiere “paese” a misura d’uomo, pur avendo tutte le comodità della città a portata di mano grazie alla posizione e soprattutto ai molti collegamenti permessi dai mezzi pubblici.
Passeggiando per i lotti di Garbatella, ogni volta sperimento su me stessa una sensazione di benessere, è come se mi sentissi avvolta dalle casette basse, dai cortili dove i bambini giocano a pallone e gli anziani prendono il fresco seduti sulle sedie in formica.
Girovagare senza meta tra i parchetti e le viuzze mi fanno dimenticare di essere in una metropoli da milioni di abitanti.
È come una piccola realtà in cui poter decidere di restare, oppure di allontanarvisi per poi farvi ritorno.
Praticare la Psicologia a Garbatella significa immergersi in un ambiente pregno di rete sociale, di persone che si chiamano per nome, di alberi più alti dei piccoli edifici, di poco traffico e di vita pulsante.
Significa sapere da dove si parte e provare ad arrivare dove si vorrebbe.
Significa lavorare sulla ricerca di un benessere da microcosmo per poi riproporlo ad un raggio più ampio.
I percorsi che propongo partono sempre dalle risorse esistenti della persona e dell’ambiente che la circonda.
Vivere e lavorare in un posto che percepisco come denso, originale, unico, rassicurante ma mai banale, mi permette di non perdere mai il focus sulla promozione del benessere e il mantenimento del pensiero positivo di chiunque venga in contatto con me e con il mio lavoro.
Perciò, ancora una volta, grazie Roma!
Grazie Garbatella!